Crebbio benedice gli animali e invoca sant’Antonio: “Tenga la mano sul nostro capo e ci protegga”
Cala il sipario sulla festa di Sant’Antonio. Va in archivio una “tre giorni” che, pur se parzialmente condizionata dall’emergenza sanitaria, ha animato il fine settimana di Crebbio, confermando una volta di più l’eccellente spirito di squadra degli affiatati volontari che ogni anno mettono il loro tempo e le loro energie a servizio di una ricorrenza particolarmente sentita nella dinamica frazione di Abbadia Lariana e in generale nel territorio mandellese.
Momenti e spazi ricreativi e il solito impeccabile servizio di cucina si sono alternati alle celebrazioni religiose e alla musica, con una serie di eventi (a proporli è stata la parrocchia di Sant’Antonio, unitamente al Gruppo sostenitore della scuola dell’infanzia di Crebbio) vissuti con grande partecipazione, testimonianza di un confortante attaccamento alle tradizioni e appunto ai riti della festa patronale.
Oggi pomeriggio a dominare la scena è stata la benedizione degli animali, riproposta dopo la sosta forzata del 2021. Gatti e soprattutto cani di ogni razza e taglia sono stati radunati dai rispettivi proprietari sul sagrato della chiesa di Sant’Antonio, dove nel primo pomeriggio si erano tenuti i Vespri.
Salmi, preghiere, letture e canti si sono alternati prima dell’orazione finale, con l’invocazione al Signore – che ha ispirato a sant’Antonio abate la scelta di ritirarsi nel deserto per servirlo in un modello sublime di vita cristiana – di concedere a ciascuno di noi, per sua intercessione, di superare ogni egoismo e di amare Dio sopra ogni cosa.
“Sant’Antonio ha messo il Signore al primo posto nella sua vita – ha detto nella sua breve riflessione il parroco della comunità pastorale di Abbadia Lariana, don Fabio – e anche noi siamo chiamati a farlo. In che modo? Dimostrando di saper amare e trovando la forza, specie nei momenti più difficili, di chiederci: cosa farebbe Gesù al mio posto?”.
Poi un’altra sollecitazione: “Sul bene possiamo costruire una vita vera, autentica, nella consapevolezza che la parola giusta da ascoltare è quella di Dio”. “E allora – ha concluso il sacerdote – sant’Antonio tenga la mano sul nostro capo e noi invochiamo la sua protezione e il suo sostegno”.
Suggestivi anche i concerti di campane proposti in vari momenti della giornata dai volontari della Federazione campanari ambrosiani e ben riuscito l’incanto dei canestri, ultimo atto dell’edizione 2022 della festa patronale.
Articolo e fotografie di Claudio Bottagisi