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Lucciole per lanterne

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Del tutto inutili le polemiche sulle modalità comunicative del Fertilità Day previsto per il prossimo 22 settembre.

È questo il commento di Emanuela Lulli, ginecologa e consigliere nazionale dell’Associazione Scienza & Vita.
«Certamente ogni modalità comunicativa può essere migliorata, ma nel caso di questo evento l’attenzione va posta prevalentemente sui contenuti e sullo spirito che lo anima. In tal senso – continua la Lulli – va riconosciuto al ministro della Salute coraggio e senso di responsabilità nello scegliere, su un tema così sensibile e complesso (e in quanto tale anche mediaticamente “scomodo”), di non rinunciare a rilanciarlo all’attenzione comune tramite questa iniziativa.

Non si può certo negare né tacere l’esistenza del problema ingravescente della denatalità in Italia; così come emerge il bisogno di mettere in atto iniziative per informare ed educare, in modo scientificamente corretto, le giovani generazioni sul tema della fertilità, nei suoi vari aspetti».

È altrettanto ovvio, prosegue il consigliere di Scienza & Vita, «che questi contributi, da soli, non sono in grado di risolvere il problema delle scelte procreative degli italiani e della denatalità conseguente. Siamo infatti tutti ben consapevoli della concomitante necessità di incrementare le politiche a favore della famiglia e della scelta dimettere al mondo un figlio. Ma la necessità di promuovere anche questi aspetti non trasforma certo il Fertility Day in un evento di per sé negativo». La legge 40 sulla procreazione assistita, tra l’altro, prevede che il ministero promuova campagne di informazione e prevenzione sull’infertilità. All’articolo 2, dedicato agli interventi contro la sterilità, si legge che «il ministro della Salute, sentito il ministro dell’Istruzione, può promuovere ricerche sulle cause patologiche, psicologiche, ambientali e sociali dei fenomeni», può «incentivare gli studi e le ricerche» e «altresì promuovere campagne di informazione e di prevenzione». (da Avvenire)

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