Giornate Mondiali della Gioventù
Articolo di Alberto Bottani
Maura, Michele, Elena, Roberto, Francesca, Riccardo, sono alcuni dei componenti il gruppo del nostro Vicariato, che hanno vissuto in prima persona le recenti GMG Giornate Mondiali della Gioventù di Cracovia.
La fatica delle ventisei ore di viaggio in bus per raggiungere la Polonia è stata annullata, cancellata sul volto dei ragazzi che hanno incontrato Papa Francesco.
Emozioni, dalla visita ad Auschwitz al mescolamento con i colori, le parlate legate alle nazionalità dei milioni di partecipanti alle GMG. “Gioia, felicità” il comune denominatore dei loro sentimenti.
I RACCONTI
“Ho trovato strano il salutare spontaneamente tutti anche se non li conoscevo. Cosa che qui da noi non accade”
“Non mi aspettavo così tanta gente. Le GMG mi hanno lasciato un sacco di felicità. Ci siamo trovati in un ambiente bello. Mi sembrava surreale.”
“E’ stato emozionante. Tutti eravamo protesi verso l’unico obiettivo di aiutarci a vicenda. Il Papa ci ha fornito molti spunti di riflessione.”
Nelle parole di Papa Francesco l’invito a “Costruire ponti e non muri” e l’interrogativo “Che vita volete avere ?” Parole che sono andate dritte al cuore dei giovani.
Ancora i nostri ragazzi ricordano:
“Il silenzio che si è creato sulla spianata nel momento dell’adorazione eucaristica. Queste giornate vissute con persone mai viste ci hanno portati a metterci in discussione … noi abituati a vivere nel nostro piccolo mondo.”
“E’ stata l’esperienza più bella della mia vita. E’ stata molto importante. Sono felice di aver partecipato. Ho rivissuto quella delle Giornate svoltesi a Madrid.”
“Mi ha colpito la generosità, la condivisone del cibo. Abbiamo condiviso le giornate con il tempo che trascorreva velocemente. Vederci in mezzo a così tanta gente ci sentivamo una minoranza.”
L’ospitalità dei giovani da parte delle famiglie fatta con grande spirito di apertura a questo evento mondiale ha toccato il cuore dei giovani.
Sono tornati in Italia, alle proprie case, alle quotidiane abitudini “trasformati in persone diverse”.
Questi sono i giovani di oggi. Gli adulti di domani, che fanno proprie le parole di Papa Francesco: “Non state seduti sul divano ad aspettare che siano altri a decidere.”
Di loro, genitori, sacerdoti, educatori devono mostrarsi fieri di questa realtà a volte ingiustamente sottovalutata.