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Santa Apollonia

S. Apollonia, vergine e martire, può apparentemente sembrare una figura molto lontana da noi, dai nostri interessi e dalla nostra vita. Sia per la distanza nel tempo, (visse infatti circa 1700 anni fa), sia per le modalità che segnarono la fine della sua vita; probabilmente a nessuno di noi verrà chiesto infatti di sacrificare la nostra vita per Dio. Eppure in tanti luoghi del mondo, ancor oggi, purtroppo, tanti cristiani soffrono o vengono uccisi per non aver abbandonato la Fede in Dio. Il ventesimo secolo è stato archiviato come il periodo della storia della Chiesa dove ci sono stati più martiri. Cosa li guida? Potrebbe sembrare un inutile fondamentalismo o un’esagerazione, in fondo si potrebbe obiettare, qualche piccolo o grande compromesso con la verità occorre pur farlo. Ma forse proprio nel titolo con cui questa Santa viene ricordata, troviamo la soluzione a questi dubbi. Vergine e martire. Cosa significa?
Vuol dire che questa giovane aveva deciso di donare tutta la propria vita a Dio, facendo della propria esistenza un atto d’amore verso il suo creatore e verso le creature; donare la propria vita a Dio significa infatti donarla per il bene, per amore, per la realizzazione del mondo intero; questa è in ultima analisi la chiamata del Signore, che non ti porta a nulla di male, anzi ti conduce al bene, all’edificazione di un mondo più giusto, più vero, più bello. Sicuramente Apollonia, aveva già sentito nella sua vita l’amore del Signore, che le aveva donato la vita e la fortuna di sentirsi amata profondamente, ogni giorno, da Lui. La memoria di questo amore
e la riconoscenza per tutti i benefici che aveva ricevuto, in particolare una bella educazione, la Fede vissuta come una fortuna, la compagnia di una Chiesa viva e attenta agli ultimi, un’intelligenza e una cultura vivaci l’avevano condotta a fare memoria di tutti questi privilegi e fortune e l’avevano portata a voler contraccambiare con il suo l’amore, la predilezione di Dio. Allora il suo sacrificio è avvenuto solo ed esclusivamente per Amore, non per fondamentalismo o per altre ragioni. In un mondo come il nostro segnato da tanta superficialità e dalla mancanza quasi totale di memoria, impariamo da lei a tenere caro, a ricordare chi ci ama e chi siamo chiamati ad amare. Infatti la frenesia della vita nella quale siamo immersi ci fa dimenticare di tanti fatti e tante persone; in particolare quelli più belli ed edificanti corrono il rischio di scivolarci addosso senza lasciare traccia dentro di noi, senza che andiamo in profondità alle cose che ci accadono, senza quello spessore che ci ricorda chi siamo, dove andiamo e quale è veramente il senso della nostra esistenza. La vita esteriore afferma papa Francesco diventa in questi casi frammentata ed improvvisata, quella interiore invece inerte o mediocre. Impariamo da questa nostra santa, allora, a notare le cose belle, quelle per le quali vale davvero la pena vivere, a farle nostre e a gioire con il Signore per le grandi fortune che la vita ci offre. Con il desiderio di condividerle con Lui e con il nostro prossimo. Come S. Apollonia ci insegna a fare.

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