La Via Crucis per i bambini
Non è facile spiegare certe cose a un bambino. Nemmeno ai bambini moderni, abituati ad assistere ogni giorno a scene impressionanti in televisione, bombar-dati da ogni parte da immagini inquietanti, suggestioni, sollecitazioni mediatiche del tutto irrispettose della loro età, della fragile condizione della loro psiche ancora tanto malleabile. Anzi, vedere e conoscere, seppur superficialmente, aspetti della vita che veni-vano nascosti ai loro coetanei di anni fa, o quanto meno che giungevano mediati dall’esperienza e dal filtro di un adulto, li rende ancora più esposti all’errore, alla confusione, all’incertezza esistenziale che caratterizza il nostro tempo. Nei film, perfino nei cartoni animati, vedono uomini colpiti con violenza, uccisi da altri uomini. Per loro diventa normale, non riescono quasi a dare il giusto peso, la giusta dimensione alla morte. Ma come spiegare a un bambino la storia di un uomo strappato all’affetto dei suoi amici, di sua madre, trascinato attraverso una folla inferocita, per essere sottoposto al giudizio di altri uomini, del tutto indegni di giudicarlo, e poi picchia-to, flagellato, incoronato di spine, e infine inchiodato a una croce, tra le grida di giubilo di una folla inferocita? Così sembra davvero la trama di una storia del terrore, o di un fatto di cronaca accaduto da poco, forse perfino nel nostro paese… Invece è la storia d’Amore più bella che sia mai stata raccontata, la storia di un uomo che ha sacrificato se stesso per tutti gli altri uomini, che non ha esitato a immolarsi per garantire una speranza ai suoi stessi carnefici. È la storia di Gesù, naturalmente, e in particolare della Via Crucis, la Via della Croce, il suo percorso doloroso lungo la strada che lo condusse al monte Golgota. La Chiesa rievoca questo percorso devozionale fin dal XIII secolo. È probabile che la pratica sia nata in ambito francescano, ma non ci sono fonti certe. Di certo c’è che nacque dall’esigenza per i fedeli di compiere un pellegrinaggio di fede e penitenza nei luoghi che avevano visto la Passione di Gesù. Dal momento che non per tutti era possibile recarsi fin laggiù, qualcuno pensò di realizzare delle rap-presentazioni dei vari episodi che segnarono quel percorso doloroso e di farne delle ‘stazioni’ lungo le quali i pellegrini potessero fermarsi a pregare. Progressivamente nei conventi e nelle chiese iniziarono ad apparire questi percorsi, costituiti da quattordici stazioni, più una quindicesima con la Resurrezione. Chi si dedicava a questa pratica devozionale godeva delle stesse indulgenze concesse a coloro i quali si recavano in Terra Santa. Potremmo cominciare spiegando ai bambini che cos’è la Quaresima, il periodo di quaranta giorni che precede la Pasqua, e che serve per prepararci a questo evento così grande e importante per la vita di ciascuno di noi. Dovremo spiegare loro che la Pasqua ci ricorda che Gesù è morto per la salvezza degli uomini, ma che poi è risorto, come ave-va promesso, portando gioia e speranza a tutti, e che ogni anno ricordiamo la sua morte e la sua resurrezione e tutto l’amore che ci ha dimostrato. In nome di questo amore Lui ha scelto di lasciarsi maltrattare da uomini come noi che non avevano capito quanto lui fosse importante e prezioso. Il modo in cui la Via Crucis potrà essere spiegata ai bambini di-pende molto anche dalla loro età. Ci sono molti libri adatti per aiutarli a comprendere questo rito così delicato e importante, e, per i più piccoli anche libri illustrati che raccontano la Via Crucis, o video e cartoni animati, in cui gli elementi più scabrosi e violenti vengono tralasciati o almeno addolciti, e si dà più rilievo alla bontà di Gesù, al suo sacrificio d’amore. In tutti i casi è importante accostare prima possibile i bambini alla Via Crucis, così come al Mistero pasquale, di certo il più prezioso e solenne per i cristiani.