La scomparsa di Don Alfredo Nicolardi
La notizia della sua morte è giunta inaspettata. La riviviamo con lo scritto che Don Alfredo aveva lasciato alle sue comunità in preparazione al S. Natale. Ci sembra giusto ricordarlo con queste sue parole.
“In questi mesi abbiamo pregato, sperato, desiderato fortemente che le cose cambiassero. Ci siamo persino illusi di poterci svegliare un giorno e accorgerci che era stato solo un incubo. E invece il tempo passa, arriva Natale, ma le cose non cambiano. E più la situazione si prolunga, più rischiamo di lasciarci prendere dalla sfiducia, anche dalla sfiducia in Dio. Abbiamo creduto in una promessa, abbiamo aspettato un suo intervento, un gesto, un segno e invece ci ritroviamo profondamente delusi. La notte avanza e Dio non viene a salvarci. Siamo tutti stanchi e oramai ci capita anche di non credere più che ci possa essere una fine a questo dramma.
E allora ci addormentiamo, perché il sonno vince; ma forse ci addormentiamo anche per non vedere la realtà. Ci addormentiamo perché è inevitabile: prima o poi siamo tutti rapiti dal sonno. Anche noi oggi, come comunità ci stiamo forse addormentando, non abbiamo più la forza di lottare, non riusciamo più a vegliare, a tenere il cuore desto.
Per fortuna il Vangelo che abbiamo ascoltato in Avvento ci assicura anche che la notte finisce. Proprio nel momento più buio, a mezzanotte, la comunità che attende è svegliata da un grido: “Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce: oggi è nato per noi il Salvatore”. Chissà perché ha tardato! Forse voleva farci sperimentare la notte? Forse in questa attesa viene fuori qualcosa di noi? Certamente emerge la relazione che abbiamo avuto fino ad ora con lui: se lo abbiamo conosciuto veramente, come abbiamo potuto non avere fiducia in lui?
Non meravigliamoci dunque se ci capita di addormentarci: la stanchezza, la delusione e lo sconforto fanno parte della vita. Preoccupiamoci piuttosto di come stiamo vivendo oggi, se cioè stiamo alimentando la nostra lampada con l’olio della carità, chiediamoci se stiamo dando luce alla vita degli altri. Nella storia ci sono stati tanti momenti bui, ma gli uomini e le donne che hanno avuto fede in quel Bambino nato a Betlemme, hanno alimentato la Speranza di tutti, soprattutto con la testimonianza di un Amore concreto e fattivo.
Allora sono giunto a questa conclusione. Da questa prova usciremo sicuramente diversi e migliori se ci chiederemo cosa il Signore ha voluto dirci permettendo questa croce. Se saremo disponibili a una vera conversione che si traduce anche nella riscoperta di essere tutti più fraterni e meno egoisti.
Ci illumini e ci guidi Gesù che nasce povero per farci tutti più ricchi d’Amore. Buon Natale”
Don Alfredo