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Avvento: Gesù viene ogni giorno

A differenza dell’anno civile, che si limita ad una successione di giorni, settimane, mesi, l’anno liturgico (che comincia con questa domenica) “ha un’anima”; esso, infatti, è composto da momenti tra loro intimamente collegati e caratterizzati ciascuno dall’attenzione a un aspetto particolare della fede. Come sempre tuttavia, a prescindere dal vangelo che si segue, l’anno “con l’anima” comincia con il tempo di Avvento. Avvento, cioè “venuta”, alludendo alla triplice venuta di Cristo. La prima venuta è quella preceduta da una lunga attesa e poi realizzatasi duemila anni fa con il Natale.La terza venuta è quella futura, alla fine di questo mondo (e per ciascun uomo, alla fine della sua presenza in questo mondo). L’inizio del vangelo di oggi descrive gli sconvolgimenti di quel giorno, quando tornerà “il Figlio dell’Uomo”, Gesù Cristo. Tra quella già realizzatasi e quella che verrà, ecco la seconda venuta, diversa dalle altre perché.. quotidiana.  Sì, perché Gesù viene ogni giorno. Viene con i dettami della coscienza, con la Parola che la illumina e i sacramenti che la rafforzano; viene nella persona di quanti possiamo aiutare (“Ogni volta che avrete fatto del bene a uno dei miei fratelli, l’avrete fatto a me”), viene tra quanti si riconoscono cristiani (“Là dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”). Viene di continuo, così che possiamo prepararci all’incontro definitivo con lui. Come prepararsi, lo ricorda l’esortazione di Paolo: “il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti (…), per rendere i vostri cuori saldi e irreprensibili davanti a Dio, alla venuta del Signore nostro Gesù”; lo ricordano anche le parole finali del vangelo: “State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”. Una vita dissipata è quella trascorsa all’inseguimento di cose banali, effimere, inutili, che appesantiscono il cuore proprio perché, paradossalmente, lo lasciano vuoto ed insoddisfatto. Le ubriachezze sono quelle provocate non solo dall’alcool, ma anche da altri vizi, dall’odio e da tutti gli stordimenti (dispositivi elettronici, social?) che distolgono da ciò che è bello, buono, vero. Il cuore, infine, diventa pesante -e quanto pesante!- quando si concentra sugli affanni della vita, sulle varie preoccupazioni, dimenticando che, per quanto impegnative, esse sono tutte destinate a passare, perché non sono le realtà ultime.
Gesù viene ogni giorno: che l’Avvento sia un salutare richiamo a questa consapevolezza.

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