Avvento: proposte del Vescovo Oscar
Del caviale e delle capesante, sulla mensa di Natale, non corriamo il rischio di dimenticarci, ma del Signore forse sì.
Non ci va di amplificare a nostra volta la consueta invettiva contro Natale consumista: anche perché la fiera dei lustrini natalizi è comunemente un fatto appartenente alla nostra cultura; e, in tempi di individualismo e di cattivismo dilaganti, incarna pur sempre un per quanto flebile significato di relazione. Tuttavia il rischio che le feste natalizie si dimentichino del Festeggiato è lì da vedere. Come pure il rischio che le nostre tavolate familiari, tanto ricche di pietanze e portate, trascurino il vero Padrone dì casa che ci fa assidere a mensa.
Il primo «mandato» che il Vescovo Osca ci affida, per le prossime feste, è quindi quanto mai opportuno. Ricordiamoci del Signore, quando ci siederemo a tavola nei prossimi giorni. Una preghiera, breve ma intensa, orienterà gli sguardi. E impedirà che il colmo del piatto e del bicchiere vada a compensare il vuoto dell’anima.
C’è poi un secondo «mandato»: leggere e rileggere i Vangeli dell’infanzia, nella duplice versione matteana e lucana. Anche qui i vangeli ci aiuteranno a ricentrare lo sguardo, distraendolo da ciò che è solo contorno e concentrandolo sull’essenziale: l’incarnazione del Verbo di Dio, la storia di Maria e di Giuseppe, i primi passi, umili e stentati, della fede. La narrazione evangelica ci riporterà alla sorgente di cui abbiamo bisogno più di ogni altra cosa (paragonabile solo all’aria che respiriamo, o al pane da mangiare): la certezza dell’amore e della vicinanza di Dio. Emmanuele, Dio-con noi. Anche se molte cose della nostra vita parrebbero dire il contrario, Natale è festa di una Presenza e di una relazione. Lo stesso fracasso consumistico non è in fondo che un’eco, benché remoto e per certi versi discorsivo, di questo. Presenza e relazione di cui non possiamo fare a meno, salvo vederci intristire nella solitudine e nella percezione (sbagliata) di non avere nessuno accanto. Le cronache da Nazaret e da Betlemme possono fortemente ricordarcelo.