Pentecoste e Spirito Santo
I cristiani inizialmente chiamarono Pentecoste, il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua. A quanto sembra, fu Tertulliano, apologista cristiano (155-220), il primo a parlarne come di una festa particolare in onore dello Spirito Santo. Alla fine del IV secolo, la Pentecoste era una festa solenne, durante la quale era conferito il Battesimo a chi non aveva potuto riceverlo durante la Veglia pasquale. Lo Spirito Santo è a terza persona della Santissima Trinità, principio di santificazione dei fedeli, di unificazione della Chiesa, di ispirazione negli autori della Sacra Scrittura. È colui che assiste il Magistero della Chiesa e tutti i fedeli nella conoscenza della verità (è detto anche “Paraclito”, cioè “Consolatore”). I doni dello Spirito Santo secondo l’insegnamento tradizionale, seguendo un testo di Isaia, sono sette: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio.
Essi sono donati inizialmente con la grazia del Battesimo e confermati dal Sacramento della Cresima.
Lo Spirito Santo è rappresentato variamente: nell’Annunciazione e nel Battesimo di Gesù sotto forma di colomba; nella Trasfigurazione come una nube luminosa; come lingue di fuoco nella Pentecoste e come soffio nel Vangelo di Giovanni (20, 22). “Gesù disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo aver detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi”. Lo Spirito Santo, più volte preannunciato nei Vangeli da Gesù, è stato soprattutto assimilato al fuoco che come l’acqua è simbolo di vita e di morte.