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Vedere la gloria di Gesù

Papa FrancescoDove si rivela la gloria di Gesù? Come guardiamo noi il Crocifisso?
Dobbiamo entrare nelle piaghe di Gesù fino al suo cuore. Guardo il mistero del Dio annientato fino alla morte, come uno schiavo, come un criminale?
L’occasione per questi richiami del Papa è stata il Vangelo di Giovanni di Domenica scorsa. Gesù risponde ai greci che volevano vederlo: “È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato”. Queste parole, che sembrano a prima vista ignorare la domanda, in realtà danno la vera risposta, perché chi vuole conoscere Gesù deve guardare alla croce, dove si rivela la sua gloria. Il Papa invita a guardare dentro il Crocifisso, a vedere Gesù da dentro, a contemplare le sue piaghe: «Non dimenticatevi di questo: guardare il crocifisso, ma guardarlo dentro», raccomanda. «C’è questa bella devozione di pregare un Padre Nostro a ognuna delle cinque piaghe: quando preghiamo quel Padre Nostro, cerchiamo di entrare per le piaghe di Gesù dentro, dentro, proprio al suo cuore. E lì impareremo la grande saggezza del mistero di Cristo, la grande saggezza della croce». Gesù, per spiegare il significato della sua morte e risurrezione, si serve dell’immagine del chicco di grano che muore e produce molto frutto: «Vuole far capire», spiega il Papa, «che la sua vicenda estrema –morte e risurrezione – è un atto di fecondità, che porterà frutto per molti. Così paragona sé stesso al chicco di grano che marcendo nella terra genera nuova vita. Con l’Incarnazione Gesù è venuto sulla terra; ma questo non basta: Egli deve anche morire, per riscattare gli uomini dalla schiavitù del peccato e donare loro una nuova vita riconciliata nell’amore». E aggiunge a braccio: «Ho detto “per riscattare gli uomini”: ma, per riscattare me, te, tutti noi, ognuno di noi, Lui ha pagato quel prezzo. Questo è il mistero di Cristo. Va’ verso le sue piaghe, entra, contempla; vedi Gesù, ma da dentro». Ma, avverte ancora il Papa, «questo dinamismo del chicco di grano, compiutosi in Gesù, deve realizzarsi anche in noi suoi discepoli: siamo chiamati a fare nostra la legge pasquale del perdere la vita per riceverla nuova ed eterna. Cosa significa, chiede Francesco, perdere la vita? Significa pensare di meno a sé stessi, agli interessi personali, e saper “vedere” e andare incontro ai bisogni del nostro prossimo, specialmente degli ultimi.

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