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Messaggio del Vescovo per la Quaresima

mons-oscarIl nostro Vescovo cogliendo una proposta di un papà per vivere in famiglia il periodo della Quaresima ha indicato queste scelte.
Le vogliamo seguire nelle prossime settimane in preparazione alla Pasqua.
1. La Quaresima è un tempo in cui ascoltare con maggiore assiduità la Parola di Dio. Ecco allora una proposta molto semplice, ma ardita: quella di trovare il tempo per leggere, a tappe, i brani del Vangelo di Marco che raccontano la passione, la morte e la risurrezione di Gesù. Il Vangelo di Marco è quello che viene proposto dalla liturgia in questo anno. I capitoli che ci interessano si snodano dal 14 al 16. Il papà o la mamma leggeranno a piccoli pezzi i diversi passaggi, in alcune sere della settimana, molto lentamente. È un modo semplice, ma efficace, per comprendere il mistero pasquale, ossia quel movimento d’amore che Gesù mette in moto per dare tutto se stesso a Dio padre fino alla morte in croce e così farci diventare figli di Dio, come lui. La gioia di questo dono la vivremo poi insieme, nella nostra Comunità parrocchiale, la sera della veglia pasquale, rinnovando le promesse battesimali. L’ascolto della Parola del Signore può occupare una ventina di sere, leggendo i diversi brani a piccoli pezzi. Sarà un momento di grande unità familiare, una occasione comune per una crescita nella fede. Essa infatti nasce e si sviluppa proprio attraverso l’ascolto della Parola.
2. Papa Francesco ci ha ricordato che l’amore può facilmente raffreddarsi, che la carità, centro di tutto il Vangelo, può facilmente spegnersi nel cuore degli uomini, nelle nostre Comunità, ma anche già in famiglia, a causa di tante lusinghe di “incantatori di serpenti” che in realtà ci rendono schiavi del profitto o di interessi meschini. Offrono facili rimedi disonesti, tolgono ciò che è più prezioso e non giovano a rendere la vita buona, bella e felice. La Quaresima è un tempo di lotta, come Gesù nel deserto, tentato da Satana. Anche a noi il nemico di Dio chiede di pensare esclusivamente a noi stessi, al nostro tornaconto senza curarci degli altri, raffreddando così il nostro amore.

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