Giornata mondiale dei malati di lebbra
Dal 1954, per le attenzioni di Raoul Follereau, è iniziato l’impegno pianificato di solidarietà verso questi malati. Lotta contro la lebbra e tutte le lebbre (fame, povertà, malattie, egoismo, guerre, ingiustizie, ecc.) e raccolta di sostegni concreti per affrontare questa sfida. Il tema della Giornata di quest’anno, domenica 28 gennaio, suggerisce ancora una presa di posizione forte ed una chiamata all’azione.
Con la Campagna #maipiù veniamo sollecitati a porre rimedi efficaci alla realtà di persone private della propria dignità, e all’indifferenza: “Mai più alla lebbra e a tutte le lebbre nel mondo”. Ancora oggi infatti ogni 2 minuti una persona nel mondo è colpita dalla lebbra. È fondamentale agire con urgenza per evitare che la malattia progredisca e provochi danni irreparabili che portano alla disabilità. I più a rischio sono i bambini: purtroppo le statistiche ci dicono che negli ultimi anni il rallentamento dell’attenzione verso questa antica malattia porta a diagnosi tardive che si riflettono in primo luogo proprio su di loro, i bambini.
In Italia con questa specifica missione è impegnata l’Associazione AIFO (Associazione Italiana Family Officer). E’ sorta a Bologna nel 1961 ispirandosi al pensiero ed impegno di Follereau.
Di Raoul Follereau (1903 – 1977) chiamato ‘apostolo dei lebbrosi’ ricordiamo alcune sue frasi:
• “La vostra felicità è nel bene che farete, nella gioia che diffonderete, nel sorriso che farete fiorire, nelle lacrime che avrete asciugato.”
• “No, tutto questo non può durare. Non venitemi più a dire che siamo cristiani, a parlare di pace, libertà, fraternità, democrazia. Ho vergogna! Ho vergogna di mangiare, di dormire senza incubi, mentre milioni di esseri umani agonizzano e marciscono nella più immonda miseria, nella più atroce solitudine. Lo griderò forte a lungo, tanto a lungo finché la coscienza di tutti sarà costretta a scuotersi, ad ascoltarmi.”
• “Un cuore che non reagisce davanti alla miseria è un cuore miserabile.”
• “Se non ci amiamo, ci distruggiamo.”